10 April, 2008

Sebastien Tellier




Ecco qua la notizia più bella di aprile quel geniaccio francese di Sebastien Tellier ci degnerà della sua presenza. Suoni troppo languidi e opachi per l’attuale mercato del pop, scommetterei sulla sua felicità al riguardo. Elitario quanto basta. La prima volta che l’ho ascoltato in auto, prima di qualcuna delle serate pacco Milanesi, e’ stato un colpo di fulmine! Di sicuro non si è sottratto al repeat. Fradicio di sessualità, vergognosamente elettro, denso di sintetizzatore, vellutato e super seducente. La copertina è “orenda” ma l’ultimo album è un punto di equilibrio tra profondo e superficiale, vintage e pop al tempo stesso e poi sa di francese che a noi italiani esterofili ci piace tanto. Chandrinkaego

dove
Magazzini Generali

quando
15 aprile alle 23:00,

quanto costa
Invitation only

le cool aprile

E aqui está a minha ilustração para a LeCool de April





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- la prima volta che ho visto questa foto non ci credevo fosse a milano, dove l'hai scattata?
E’ un edificio della Deutsche Bank alla Bicocca. Ho scelto questa foto per il colore e per l’effetto del riflesso del cielo sulla superficie liscia dell’edificio. Le pareti nere spariscono, finendo per essere trasparenti come se fossero di vetro. Ma è un illusione quella di potere vedere all’interno. Invece, siamo noi all’esterno ad essere osservati dalla telecamera e’ un’immagine che, secondo me rappresenta bene uno dei paradossi della nostra società. una società che con le telecamere cerca sicurezza e controllo ma a sua volta non vorrebbe essere spiata e chiede più tutela della privacy. Perennemente connessi, ci dimentichiamo che siamo tutti nella rete. Dobbiamo e vogliamo esserci. My space, Facebook, blog, chat, Skype e Flickr. Ci mettiamo in vetrina e guardiamo le vetrine degli altri. Viviamo potendo sapere, se non tutto, molto di tutti. Così la società globale che sembrava averci portato fuori dal paesino dove tutti si conoscono torna ad essere locale.

- ritrarre milano è divertente?

Si, per una persona curiosa come me lo è molto. E’ una città da domare altrimenti sa essere anche molto dura. Io sono sociologa, non fotografa. Anzi direi che sono un’osservatrice. Porto sempre con me la mia piccola digitale come gli etnografi e gli antropologi fanno con il loro taccuino. Ogni giorno e ogni notte trovo qualcosa che suscita il mio interesse. Per esempio da qualche anno sto raccogliendo le foto di rottami di biciclette che trovo ancora legate ai pali. Ho cominciato da Milano poi ho esteso la mia ricerca alle città che via via visitavo, in italia e all’estero. Le ho catalogate tutte, con le precise coordinate geografiche. Rivederle in serie è come recitare un mantra.