THE RULES OF THE CLUB
*From the notebook of Beatrice (5 years old) daughter of Teresa and a chap who doesn't like the cacao on top of capuccino
16 November, 2008
28 October, 2008
21 October, 2008
it's time for...
"everything will be okay in the end……..
If it’s not okay, it’s not the end…..”
adoro MR PV
If it’s not okay, it’s not the end…..”
adoro MR PV
16 September, 2008
worldnames
Worldnames is academic project developed in England and concerned to the migration flows.
From the analysis of large databases of name records across the world in this site
http://www.publicprofiler.org/worldnames/Main.aspx
you can examine where in the world people with your surname are found and how is popular your surname in a specific area.
In this picture I tryed how it works.
From the analysis of large databases of name records across the world in this site
http://www.publicprofiler.org/worldnames/Main.aspx
you can examine where in the world people with your surname are found and how is popular your surname in a specific area.
In this picture I tryed how it works.
Home
"Home" is the movie i saw yesterday, outside the panoramica 2008.
I considered as the best in the entire week.
It is the funny story of a family living happily in an isolated house at the edge of an unused motorway. The highway will reveal strong intimate ties between the characters and it becomes the place where each one of the characters projects their own neurosis. The parents try to protect their family from the infernal noise and dangers that are presented when the road is opened to traffic. Their grumpy daughter continues to don her bikini and languish in a deckchair despite the cars whizzing close by; the middle daughter frets about the effect of the noxious fumes; and the youngest child sees it all initially as an adventure. Isolation turn into madness. As time goes by, the tone of the film shifts, becoming less comic as the director introduces elements of melodrama and horror. All the movie jump from a dramatic scene to another one that’s a bit more burlesque. Caldamente Consigliato!!!
28 August, 2008
Spread your Chandrinka_ego
27 August, 2008
Il sacchetto del pane
...someone from Chicago could read me
This morning, outside of my door,
I found a paper bag.
It was on the door mat.
Inside an eggplant and a red pepper.
My neighbour loves me
and she never watched at :
myfridgeisempty
This morning, outside of my door,
I found a paper bag.
It was on the door mat.
Inside an eggplant and a red pepper.
My neighbour loves me
and she never watched at :
myfridgeisempty
Orsetto couture
Tra cibo e architettura
09 July, 2008
LODI IN UNA NOTTE. UN VIAGGIO NEL TEMPO
12 luglio 2008
Eppur si muove!
Tra scenografie mozzafiato e acrobati, uno dei momenti più attesi e spettacolari delle celebrazioni per l'850esimo della fondazione
In Piazza della Vittoria, il 12 luglio 2008 a partire dalle 21:30, si darà avvio a una macchina del tempo che trasporterà il pubblico in una magica e folle corsa nei secoli attraverso i momenti decisivi della storia lodigiana. Con l'uso delle macchine di scena, oltre 50 artisti entreranno in azione sui palchi allestiti nella piazza, in volo, nell'acqua, in parata su palchi mobili, immersi negli effetti magici ottenuti con strumenti sorprendenti e soprattutto con la luce.
"Lodi in una notte - Un viaggio nel tempo" è composto da 13 scene, Mephite, il drago Tarantasio, la bonifica delle paludi, sono i protagonisti delle scene iniziali.
Su grande schermo verranno proiettate le “interviste impossibili” a 4 grandi di Lodi: Federico Barbarossa, Fanfulla (condottiero), i Piazza (la famiglia di artisti lodigiani) e Giuseppina Strepponi (compagna di Giuseppe Verdi).
Le "interviste inverosimili", saranno invece recitate sul palcoscenico. I protagonisti della storia lodigiana saranno narrati da personaggi "minori" che hanno vissuto con loro; il Barbarossa, buona forchetta, sarà raccontato dal suo cuoco; Fanfulla da un menestrello compositore di canzoni sulle eroiche gesta dei cavalieri; i Piazza, da due beghine che ne discutono il loro estro; Giuseppina Strepponi da un corista del Nabucco. Il momento più drammatico dello spettacolo sarà la rappresentazione dalla peste del 1630, quando la morte scenderà tra la folla degli spettatori con un "memento mori" al quale non sarà possibile rimanere sordi. Ad essa si contrappone, nella scena successiva, la rappresentazione della gioia di vivere delle donne lodigiane cantata da Francesco De Lemene, a cui segue la ricostruzione della battaglia del Ponte di Lodi.
Il progetto sarà realizzato da
http://www.studiofesti.com/ita/index.htm
che forse ricorderete per il capodanno di Genova
Progetto di Valerio Festi
Regia e drammaturgia di Monica Maimone
Assistente di regia: Francesco Fiaschini
Coreografie: Tiziana Cona, Brigitte Morell, Valentina Ribaudo, Philippe Riou
Luci: Marcello Iazzetti
Eppur si muove!
Tra scenografie mozzafiato e acrobati, uno dei momenti più attesi e spettacolari delle celebrazioni per l'850esimo della fondazione
In Piazza della Vittoria, il 12 luglio 2008 a partire dalle 21:30, si darà avvio a una macchina del tempo che trasporterà il pubblico in una magica e folle corsa nei secoli attraverso i momenti decisivi della storia lodigiana. Con l'uso delle macchine di scena, oltre 50 artisti entreranno in azione sui palchi allestiti nella piazza, in volo, nell'acqua, in parata su palchi mobili, immersi negli effetti magici ottenuti con strumenti sorprendenti e soprattutto con la luce.
"Lodi in una notte - Un viaggio nel tempo" è composto da 13 scene, Mephite, il drago Tarantasio, la bonifica delle paludi, sono i protagonisti delle scene iniziali.
Su grande schermo verranno proiettate le “interviste impossibili” a 4 grandi di Lodi: Federico Barbarossa, Fanfulla (condottiero), i Piazza (la famiglia di artisti lodigiani) e Giuseppina Strepponi (compagna di Giuseppe Verdi).
Le "interviste inverosimili", saranno invece recitate sul palcoscenico. I protagonisti della storia lodigiana saranno narrati da personaggi "minori" che hanno vissuto con loro; il Barbarossa, buona forchetta, sarà raccontato dal suo cuoco; Fanfulla da un menestrello compositore di canzoni sulle eroiche gesta dei cavalieri; i Piazza, da due beghine che ne discutono il loro estro; Giuseppina Strepponi da un corista del Nabucco. Il momento più drammatico dello spettacolo sarà la rappresentazione dalla peste del 1630, quando la morte scenderà tra la folla degli spettatori con un "memento mori" al quale non sarà possibile rimanere sordi. Ad essa si contrappone, nella scena successiva, la rappresentazione della gioia di vivere delle donne lodigiane cantata da Francesco De Lemene, a cui segue la ricostruzione della battaglia del Ponte di Lodi.
Il progetto sarà realizzato da
http://www.studiofesti.com/ita/index.htm
che forse ricorderete per il capodanno di Genova
Progetto di Valerio Festi
Regia e drammaturgia di Monica Maimone
Assistente di regia: Francesco Fiaschini
Coreografie: Tiziana Cona, Brigitte Morell, Valentina Ribaudo, Philippe Riou
Luci: Marcello Iazzetti
11 June, 2008
Romeno ucciso dai datori di lavoro ITALIANI per l' assicurazione
I BRAVI ITALIANI
STRANAMENTE QUESTE NOTIZIE NON COMPAIONO MAI IN PRIMA PAGINA SUI NOSTRI GIORNALI
mercoledì 11 giugno 2008 dal Corriere della Sera
VERONA - Sembrava un suicidio, o un terribile incidente. Ma era un omicidio volontario. Adrian Kosmin, il romeno di 28 anni trovato morto carbonizzato a bordo della sua Rover 25 la notte tra venerdì e sabato in una strada secondaria di Cavaion, nel Veronese, poco distante dalla A22, è stato massacrato dai suoi datori di lavoro per 900 mila euro: tanto valeva il premio dell' assicurazione sulla vita che gli avevano fatto stipulare. In manette sono finiti Valerio Tancredi Volpe e la sua convivente Cristina Nervo. È stata la donna a cedere ieri davanti al pm Giulia Labia e a raccontare come si sarebbero svolti i fatti. La coppia avrebbe dato appuntamento a Kosmin, che lavorava come autotrasportatore per Volpe, in casa propria. Qui avrebbe sedato l' uomo con alcuni farmaci, lo avrebbe colpito e infine bruciato. Dopo, sarebbe seguita la messa in scena dentro l' automobile, abbandonata nelle campagne di Affi. Secondo l' accusa, il movente sarebbe stato il premio dell' assicurazione fatta stipulare con un preciso intento al romeno. «È meglio farla nel caso in cui ti succeda qualcosa sul lavoro», avrebbero spiegato l' uomo e la donna a Kosmin. La beneficiaria, in quel caso, sarebbe risultata proprio Cristina Nervo, futura titolare della ditta. Adrian si trovava in Italia da un paio d' anni. Viveva alle Golosine. Mai avuto problemi con la giustizia, regolare, nessun «giro» pericoloso, Kosmin non era stato ancora regolarmente assunto. Quando il suo corpo è stato trovato nell' auto, si era pensato a un incidente, alla tappezzeria dell' auto che aveva preso fuoco all' improvviso. Probabilmente a causa di una bomboletta di gas, di quelle per il campeggio, trovata vuota a bordo dell' abitacolo. Ieri però l' autopsia ha rivelato che il romeno era già morto, quando sono divampate le fiamme in macchina: nei polmoni non c' era traccia di fumo e questo escludeva dunque l' ipotesi dell' intossicazione. I carabinieri guidati dal maresciallo Marco Del Ton hanno lavorato ininterrottamente per tre giorni prima di chiudere il cerchio intorno alla coppia dei datori di lavoro. I tabulati del telefonino della vittima hanno infine confermato il racconto di Cristina Nervo. Il suo compagno Valerio Tancredi Volpe si è trincerato nel silenzio. Serra Elvira
STRANAMENTE QUESTE NOTIZIE NON COMPAIONO MAI IN PRIMA PAGINA SUI NOSTRI GIORNALI
mercoledì 11 giugno 2008 dal Corriere della Sera
VERONA - Sembrava un suicidio, o un terribile incidente. Ma era un omicidio volontario. Adrian Kosmin, il romeno di 28 anni trovato morto carbonizzato a bordo della sua Rover 25 la notte tra venerdì e sabato in una strada secondaria di Cavaion, nel Veronese, poco distante dalla A22, è stato massacrato dai suoi datori di lavoro per 900 mila euro: tanto valeva il premio dell' assicurazione sulla vita che gli avevano fatto stipulare. In manette sono finiti Valerio Tancredi Volpe e la sua convivente Cristina Nervo. È stata la donna a cedere ieri davanti al pm Giulia Labia e a raccontare come si sarebbero svolti i fatti. La coppia avrebbe dato appuntamento a Kosmin, che lavorava come autotrasportatore per Volpe, in casa propria. Qui avrebbe sedato l' uomo con alcuni farmaci, lo avrebbe colpito e infine bruciato. Dopo, sarebbe seguita la messa in scena dentro l' automobile, abbandonata nelle campagne di Affi. Secondo l' accusa, il movente sarebbe stato il premio dell' assicurazione fatta stipulare con un preciso intento al romeno. «È meglio farla nel caso in cui ti succeda qualcosa sul lavoro», avrebbero spiegato l' uomo e la donna a Kosmin. La beneficiaria, in quel caso, sarebbe risultata proprio Cristina Nervo, futura titolare della ditta. Adrian si trovava in Italia da un paio d' anni. Viveva alle Golosine. Mai avuto problemi con la giustizia, regolare, nessun «giro» pericoloso, Kosmin non era stato ancora regolarmente assunto. Quando il suo corpo è stato trovato nell' auto, si era pensato a un incidente, alla tappezzeria dell' auto che aveva preso fuoco all' improvviso. Probabilmente a causa di una bomboletta di gas, di quelle per il campeggio, trovata vuota a bordo dell' abitacolo. Ieri però l' autopsia ha rivelato che il romeno era già morto, quando sono divampate le fiamme in macchina: nei polmoni non c' era traccia di fumo e questo escludeva dunque l' ipotesi dell' intossicazione. I carabinieri guidati dal maresciallo Marco Del Ton hanno lavorato ininterrottamente per tre giorni prima di chiudere il cerchio intorno alla coppia dei datori di lavoro. I tabulati del telefonino della vittima hanno infine confermato il racconto di Cristina Nervo. Il suo compagno Valerio Tancredi Volpe si è trincerato nel silenzio. Serra Elvira
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20 May, 2008
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)
23 April, 2008
10 April, 2008
Sebastien Tellier
Ecco qua la notizia più bella di aprile quel geniaccio francese di Sebastien Tellier ci degnerà della sua presenza. Suoni troppo languidi e opachi per l’attuale mercato del pop, scommetterei sulla sua felicità al riguardo. Elitario quanto basta. La prima volta che l’ho ascoltato in auto, prima di qualcuna delle serate pacco Milanesi, e’ stato un colpo di fulmine! Di sicuro non si è sottratto al repeat. Fradicio di sessualità, vergognosamente elettro, denso di sintetizzatore, vellutato e super seducente. La copertina è “orenda” ma l’ultimo album è un punto di equilibrio tra profondo e superficiale, vintage e pop al tempo stesso e poi sa di francese che a noi italiani esterofili ci piace tanto. Chandrinkaego
dove
Magazzini Generali
quando
15 aprile alle 23:00,
quanto costa
Invitation only
le cool aprile
E aqui está a minha ilustração para a LeCool de April
Subscrevam a LeCool aqui.
- la prima volta che ho visto questa foto non ci credevo fosse a milano, dove l'hai scattata?
E’ un edificio della Deutsche Bank alla Bicocca. Ho scelto questa foto per il colore e per l’effetto del riflesso del cielo sulla superficie liscia dell’edificio. Le pareti nere spariscono, finendo per essere trasparenti come se fossero di vetro. Ma è un illusione quella di potere vedere all’interno. Invece, siamo noi all’esterno ad essere osservati dalla telecamera e’ un’immagine che, secondo me rappresenta bene uno dei paradossi della nostra società. una società che con le telecamere cerca sicurezza e controllo ma a sua volta non vorrebbe essere spiata e chiede più tutela della privacy. Perennemente connessi, ci dimentichiamo che siamo tutti nella rete. Dobbiamo e vogliamo esserci. My space, Facebook, blog, chat, Skype e Flickr. Ci mettiamo in vetrina e guardiamo le vetrine degli altri. Viviamo potendo sapere, se non tutto, molto di tutti. Così la società globale che sembrava averci portato fuori dal paesino dove tutti si conoscono torna ad essere locale.
- ritrarre milano è divertente?
Si, per una persona curiosa come me lo è molto. E’ una città da domare altrimenti sa essere anche molto dura. Io sono sociologa, non fotografa. Anzi direi che sono un’osservatrice. Porto sempre con me la mia piccola digitale come gli etnografi e gli antropologi fanno con il loro taccuino. Ogni giorno e ogni notte trovo qualcosa che suscita il mio interesse. Per esempio da qualche anno sto raccogliendo le foto di rottami di biciclette che trovo ancora legate ai pali. Ho cominciato da Milano poi ho esteso la mia ricerca alle città che via via visitavo, in italia e all’estero. Le ho catalogate tutte, con le precise coordinate geografiche. Rivederle in serie è come recitare un mantra.
Subscrevam a LeCool aqui.
- la prima volta che ho visto questa foto non ci credevo fosse a milano, dove l'hai scattata?
E’ un edificio della Deutsche Bank alla Bicocca. Ho scelto questa foto per il colore e per l’effetto del riflesso del cielo sulla superficie liscia dell’edificio. Le pareti nere spariscono, finendo per essere trasparenti come se fossero di vetro. Ma è un illusione quella di potere vedere all’interno. Invece, siamo noi all’esterno ad essere osservati dalla telecamera e’ un’immagine che, secondo me rappresenta bene uno dei paradossi della nostra società. una società che con le telecamere cerca sicurezza e controllo ma a sua volta non vorrebbe essere spiata e chiede più tutela della privacy. Perennemente connessi, ci dimentichiamo che siamo tutti nella rete. Dobbiamo e vogliamo esserci. My space, Facebook, blog, chat, Skype e Flickr. Ci mettiamo in vetrina e guardiamo le vetrine degli altri. Viviamo potendo sapere, se non tutto, molto di tutti. Così la società globale che sembrava averci portato fuori dal paesino dove tutti si conoscono torna ad essere locale.
- ritrarre milano è divertente?
Si, per una persona curiosa come me lo è molto. E’ una città da domare altrimenti sa essere anche molto dura. Io sono sociologa, non fotografa. Anzi direi che sono un’osservatrice. Porto sempre con me la mia piccola digitale come gli etnografi e gli antropologi fanno con il loro taccuino. Ogni giorno e ogni notte trovo qualcosa che suscita il mio interesse. Per esempio da qualche anno sto raccogliendo le foto di rottami di biciclette che trovo ancora legate ai pali. Ho cominciato da Milano poi ho esteso la mia ricerca alle città che via via visitavo, in italia e all’estero. Le ho catalogate tutte, con le precise coordinate geografiche. Rivederle in serie è come recitare un mantra.
29 February, 2008
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